Il suo futuro, infatti, pareva potersi leggere negli squisiti dolci dell’avviatissimo bar e pasticceria che il padre Domenico, noto a tutti Nino, mandava avanti fra le medievali mura pisane, poco lontano il barocco della cattedrale di Santa Chiara e la chiesa di San Francesco, nel centro storico, ornato del ferro battuto dei balconcini spagnoli, di Iglesias, graziosa cittadina nel cuore della Sardegna mineraria.
Ma il destino, si sa, alle volte, tira scherzi che non ti immagini.
E così al ragionier Antonio, da poco matricola alla Facoltà di Economia e Commercio, dell’Università di Cagliari, balena l’idea di avviare, primo in città e tra i primi in Sardegna, un’attività di produzione di pasta fresca. Detto fatto! Con l’entusiasmo del ventenne, decide di aprire bottega con la benedizione e l’aiuto del padre.
Nella centralissima via Roma, apre, poco più grande di un appartamento, il Pastificio Cossu Antonio, laboratorio e punto vendita insieme.
La pasta di Antonio Cossu piace, fin da subito e sempre più.
Piace agli iglesienti, che la comprano abitualmente, piace ai ristoratori, che la servono ai loro clienti, piace ai titolari di negozi di generi alimentari, che la espongono dentro ai banconi.
Il Pastificio Cossu è ormai una realtà con 15 dipendenti e una produzione annua di 800 tonnellate, tra ravioli, tortellini, gnocchi e sebadas, un fatturato in continua crescita.
Sempre più spesso la pasta Cossu varca i confini dell’isola per raggiungere i banchi dei grandi supermercati italiani, ed ha perfino valicato le Alpi: la distribuzione nei supermercati tedeschi è già una bella e promettente realtà.
Il nuovo stabilimento dispone di tre linee di produzione complete per la pasta fresca ripiena, che permettono di produrre 80 quintali di pasta fresca al giorno.
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